CORSO FAD: PROTEGGERE DALL’INFLUENZA CON LA VACCINAZIONE
TOPIC 1:
Caratteristiche dei virus influenzali
Autori:
Claudio Costantino, Vincenzo Restivo, Francesco Vitale
Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e Materno-Infantile “G. D'Alessandro”
INIZIA IL MODULO
MODULO 1:
Vaccinazione antinfluenzale:
una strategia di valore per la salute pubblica
TAPPA 1: EPIDEMIOLOGIA - CARATTERISTICHE DEI VIRUS INFLUENZALI
Influenza… cosa ci insegna il passato?
• Una delle più importanti malattie infettive emergenti e riemergenti
• Causa elevata morbosità e mortalità in comunità (epidemie) o su scala mondiale (pandemie)
• Le epidemie sono associate con un eccesso di mortalità specialmente in alcuni gruppi
di popolazione a rischio quali over 65 o soggetti con comorbosità o donne in gravidanza
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Il virus influenzale è un orthomyxovirus
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• Principale causa di malattie respiratorie
a livello mondiale
• Gli orthomyxovirus sono virus estremamente contagiosi
ed in grado di causare malattie di gravità media e severa.
Da solo il virus influenzale è responsabile annualmente
di milioni di decessi
• Virus a RNA, monofilamento
Origine del virus influenzale
Kingsbury DW. In: Fields BN et al., eds. Virology. 2nd Edn. New York: Raven Press; 1990: 1076–87.
Virus a RNA, monofilamento, 8 segmenti
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A revision of the system of nomenclature for influenza viruses: a WHO Memorandum
Bulletin of the World Health Organization, 58 (4): 585-591 (1980) AIFA.
Bollettino d’informazione sul farmaco. Influenza A H1N1: dal virus alla pandemia
Virus dell’influenza A: un'organizzazione complessa…
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AIFA. Bollettino d’informazione sul farmaco. Influenza A H1N1: dal virus alla pandemia
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E con diverse proteine codificate dall’RNA virale…
1. EMOAGGLUTININA
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Con due protagonisti assoluti:
• Rappresenta l’antirecettore che lega il virione al recettore (acido sialico) in seguito al taglio
delle due subunità (HA1 e HA2) con specifiche proteasi cellulari
• Promuove la fusione del virus con la membrana della vescicola endocitica
• Agglutina le emazie
• Induce Ig protettive
• Sono note 16 diverse varietà antigeniche (H1 – H16)
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• Proteina ad attività enzimatica
• Scinde l’acido sialico presente nelle glicoproteine del muco (mucose respiratorie)
• Facilita il rilascio del virus dalla superficie delle cellule infettate
• Bersaglio dei farmaci:
- Oseltamivir (Tamiflu)
- Zanamivir (Relenza)
• Sono note 9 varietà di neuraminidasi (N1-N9)
2. NEUROAMINIDASI
• Adsorbimento virale, mediato da emoagglutinina, a residui di acido sialico
su glicoproteine di superficie cellulare
• Internalizzazione virale per endocitosi
• Lisi del capside M2-mediata: acidificazione endosomale,
fusione envelope-membrana endocitica HA-mediata
• Migrazione del nucleocapside nel nucleo
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Ciclo replicativo del virus influenzale 1
Wohlbold TJ, Krammer F. In the Shadow of Hemagglutinin: A Growing Interest in Influenza Viral Neuraminidase
and Its Role as a Vaccine Antigen. Viruses 2014, 6(6), 2465-2494. Review
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• Trascrizione nucleocapside, con formazione di cap-mRNA-poliA
• Traduzione citosolica mRNA in proteine HA e NA processate nel RE e nel Golgi e trasferite
alla superficie cellulare
• Trascrizione (RNA+) e replicazione del genoma in sede nucleare
• Trasferimento RNA nel citosol ed associazione con NP e polimerasi a formare i nucleocapsidi
• Formazione dell’envelope di derivazione cellulare
• Gemmazione apicale indotta dall’inserzione di HA nella membrana
Ciclo replicativo del virus influenzale 2
La neuroaminidasi del virus invece determina la fusione del virione influenzale
e la liberazione del contenuto all’interno della cellula
per la sua replicazione
Ciclo replicativo del virus influenzale 3
Wohlbold TJ, Krammer F. In the Shadow of Hemagglutinin: A Growing Interest in Influenza Viral Neuraminidase
and Its Role as a Vaccine Antigen. Viruses 2014, 6(6), 2465-2494. Review
L’emoagglutinina si lega quindi ai recettori con acido sialico e il virione subisce
una endocitosi all’interno delle cellule
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Come classificare il virus influenzale?
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• Le proteine (M1, M2 e NP) sono tipo-specifici e vengono utilizzate per classificare il TIPO di virus (A, B o C)
• I virus influenzali A e B vengono classificati in sottotipi sulla base della struttura antigenica delle loro glicoproteine di superficie
- 16 sottotipi di emoagglutinina (da H1 a H16)
- 9 sottotipi di neuroaminidasi (da N1 a N9)
• Sono inoltre 8 i sottotipi identificati nel virus dell’influenza A umano
- 6 emoagglutinine (H1-H3, H5, H7 e H9) e
- 2 neuroaminidasi (N1 e N2)
• Infine, il virus di tipo C umano ha soltanto 1 sottotipo di emoagglutinina e 1 sottotipo
di neuroaminidasi
A revision of the system of nomenclature for influenza viruses: a WHO Memorandum. Bulletin of the World Health Organization, 58 (4): 585-591 (1980)
• Gli antigeni INTERNI (proteine M1 e NP)
sono le proteine tipo-specifiche che determinano il tipo di virus influenzale (A, B o C)
• Gli antigeni ESTERNI (emoagglutinina e neuroaminidasi)
sono gli antigeni sottotipo- e ceppo-specifici, che come detto servono ad identificare i sottotipi
di virus influenzali prevalentemente di tipo A
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Quindi ricapitolando…
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Tipo A
Animali e uomo
Tipo B
Solo l’uomo
Tipo C
Solo l'uomo
A revision of the system of nomenclature for influenza viruses: a WHO Memorandum. Bulletin of the World Health Organization, 58 (4): 585-591 (1980)
Tre tipi di virus:
I virus influenzali umani
Epidemie e pandemie
Piccole epidemie (principalmente bambini)
Non provoca epidemie (forme cliniche molto lievi)
Epicentro.iss.it; 2018
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I virus influenzali umani di tipo A
I virus di tipo A circolano sia nell'uomo che in altre specie animali e sono ulteriormente suddivisi
in sottotipi, distinti in base alle differenze tra le proteine di superficie: emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA), verso le quali si indirizza la risposta immunitaria dei soggetti infettati o vaccinati. Ad oggi sono stati identificati 16 sottotipi
di emagglutinina e 9 di neuraminidasi
I virus influenzali umani di tipo B
I virus di tipo B sono presenti solo nell’uomo
e non esistono sottotipi distinti nell’ambito
delle loro proteine di superficie emoagglutinina
e neuraminidasi. Danno tipicamente solo epidemia stagionale e colpiscono più frequentemente i bambini sotto i 5 anni
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I virus influenzali umani di tipo C
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I virus di tipo C, come già detto, danno una infezione generalmente asintomatica o molto simile
al raffreddore comune. Colpiscono esclusivamente l’uomo e non vengono ricercati e monitorati
nella sorveglianza stagionale delle malattie a trasmissione respiratoria, né inseriti nel vaccino.
Non sono in grado di determinare epidemie
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Virus dell’influenza A: un “Master” di ricombinazione tra specie animali differenti
Tipi emoagglutinina e neuroaminidasi dei virus influenzali di tipo A e specie animali in cui vi sono i recettori specifici
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Nomenclatura dei virus influenzali
1. ANTIGENIC DRIFT
ANTIGENIC DRIFT: graduale modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le Emoagglutinina
e Neuroaminidasi. Questo fenomeno riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A avviene in modo più marcato
e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Infatti le nuove varianti diventano sufficientemente irriconoscibili agli anticorpi nella maggior parte delle popolazione, così da rendere un ampio numero
di individui suscettibile al nuovo ceppo
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Treanor J. Influenza vaccine--outmaneuvering antigenic shift and drift. N Engl J Med. 2004;15;350(3):218-20
Come si modifica il virus influenzale?
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DRIFT: come osservato in figura, le lievi modifiche amminoacidiche sui recettori di superficie del virus influenzale emoagglutinina e/o neuroaminidasi non permettono agli anticorpi generatisi durante la stagione influenzale precedente di legarsi al virus della stagione influenzale successiva e quindi “diminuiscono” sostanzialmente la risposta immunitaria
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Cosa causa l’antigenic DRIFT
nella nostra risposta immunitaria?
Keeping the memory of influenza viruses - Génération et persistance de la mémoire immunitaire contre les virus d’influenza B. Combadièrea, b *, S. Sibéril a, D. Duffya
a) Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) U945, University of Pierre-and-Marie-Curie (UPMC), University Paris 06, France
b) Laboratory of Immunity and Infection, Assistance publique-Hopitaux de Paris, 91, boulevard de l’Hôpital, 75634 Paris cedex 13, France
ANTIGENIC SHIFT: fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di tipo A e consiste nella comparsa nell'uomo di un nuovo ceppo virale con emoagglutinina e/o neuroaminidasi appartenente a un sottotipo diverso da quelli comunemente circolanti nell'uomo. Sono dovuti per lo più a riassortimenti tra virus umani e animali
(aviari o suini)
Treanor J. Influenza vaccine--outmaneuvering antigenic shift and drift. N Engl J Med. 2004;15;350(3):218-20.
2. ANTIGENIC SHIFT
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Come osservato in figura, le sostanziali modifiche di uno o entrambi i recettori di superficie del virus influenzale emoagglutinina e/o neuroaminidasi non permettono agli anticorpi generatisi durante la stagione influenzale precedente di riconoscere il virus nelle stagioni successive di fatto “annullando” la risposta immunitaria e causando delle pandemie influenzali
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Cosa causa l’antigenic SHIFT
nella nostra risposta immunitaria?
Caratteristiche epidemiologiche dell'influenza
• Infettività relativamente alta (2.2 < R0 < 3.6)
• Periodo di incubazione breve (1-4 giorni [media 2 giorni])
• Contagiosità (dal giorno prima l’esordio dei sintomi a 3-5 giorni dopo, in media 10 giorni)
• Manifestazioni cliniche non specifiche (ILI)
• Facilità di trasmissione
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• Comune: grandi goccioline "droplets" (secrezioni nasali, faringee, tosse, contatto con saliva)
• Comune: fomiti
• Rara: trasmissione aerea a lunga distanza
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Vie di trasmissione influenza
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L'influenza è una malattia respiratoria altamente trasmissibile attraverso goccioline respiratorie (droplets) che vengono espulse da tosse o starnuti di individui infetti. Può anche essere diffusa attraverso il contatto con superfici contenenti goccioline di individui infetti, e successivamente toccandosi la bocca o il naso (CDC, 2005)
• Iniziale infezione citocida del tratto respiratorio superiore (cellule ciliate, cellule secernenti muco)
• Possibile diffusione al tratto respiratorio inferiore
• Guarigione facilitata dalla produzione di IF e della risposta cellulo-mediata (cellule NK e T)
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Infezione e risposta immunitaria
• “Protezione” mediata da anticorpi anti-HA
• Risposta anticorpale specifica per ciascun ceppo influenzale ed anti-NA
• Risposta cellulo-mediata è generica ed è in grado di agire su ceppi diversi appartenenti
allo stesso tipo (A o B)
• Sintomatologia e durata della malattia dipendenti da azione IF, dalla risposta cellulo-mediata
e dall’entità del danno tessutale
• Generalmente autolimitante, rimane circoscritta al polmone
Infezione ed evoluzione clinica
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