CORSO FAD: PROTEGGERE DALL’INFLUENZA CON LA VACCINAZIONE
TOPIC 1:
Sintomatologia e complicanze
Autori:
Claudio Costantino, Vincenzo Restivo, Francesco Vitale
Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e Materno-Infantile “G. D'Alessandro”
INIZIA IL MODULO
MODULO 2:
L’influenza: caratteristiche cliniche
ed impatto della patologia
United States Centers for Disease Control and Prevention. Glossary of Influenza (Flu) Terms. Available at www.cdc.gov/flu/glossary/index.htm
Influenza definizione
TAPPA 1: EPIDEMIOLOGIA - SINTOMATOLOGIE E COMPLICANZE
L'influenza è una malattia respiratoria contagiosa causata da virus influenzali,
che può determinare malattie da lievi a gravi e talvolta può portare anche alla morte
I Centers for Disease Control and Prevention forniscono le seguenti definizioni:
• Malattia simil-influenzale o influenza like illness (ILI) viene identificata come una sindrome
caratterizzata da febbre (T≥37,8ºC) e tosse o mal di gola in assenza di una causa nota diversa
dall’influenza
• Un caso confermato di influenza viene identificato come un individuo con una ILI causata
dal virus influenzale confermato in laboratorio mediante rRT-PCR o tramite coltura
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Grandi quantità di virus influenzale sono presenti
nelle secrezioni respiratorie dei soggetti infetti
L'infezione può essere trasmessa con starnuti e tosse
per mezzo di:
• droplets (> 5 micron)
• aerosol di piccole particelle
Il contagio tramite droplets richiede un contatto ravvicinato con l’individuo infetto, poiché esse
non rimangono sospese nell'aria a lungo e viaggiano
solo a breve distanza (1,8 metri). Al contrario gli aerosol costituiti da piccole particelle possono viaggiare
per distanze maggiori
Modalità di trasmissione
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Brankston G, Gitterman L, Hirji Z, et al. Transmission of influenza A in human beings. Lancet Infect Dis 2007; 7:257.
Wong BC, Lee N, Li Y, et al. Possible role of aerosol transmission in a hospital outbreak of influenza. Clin Infect Dis 2010; 51:1176.
Bischoff WE, Swett K, Leng I, Peters TR. Exposure to influenza virus aerosols during routine patient care. J Infect Dis 2013; 207:1037.
Il contatto con superfici che sono state contaminate è un'altra potenziale fonte di trasmissione
Mubareka S, Lowen AC, Steel J, et al. Transmission of influenza virus via aerosols and fomites in the guinea pig model. J Infect Dis 2009; 199:858.
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Altre modalità di trasmissione
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Lau LL, Cowling BJ, Fang VJ, et al. Viral shedding and clinical illness in naturally acquired influenza virus infections. J Infect Dis 2010; 201:1509.
La diffusione virale dell’influenza A raggiunge il picco a 24-48 ore dalla malattia e poi diminuisce rapidamente. Una minima replicazione virale è rilevabile nel tratto respiratorio dopo 5-10 giorni. Diversamente la trasmissione virale dell'influenza B sembra essere bimodale, con picchi 48 ore prima e 24-48 ore dopo l'insorgenza dei sintomi. Ciò equivale a dire che i pazienti possono essere contagiosi prima dell'inizio dei sintomi e per diversi giorni dopo
Modalità di trasmissione sulla base
della tipologia di virus influenzale
Figure 1. Patterns of viral shedding
and symptoms and sings in naturally acquired influenza A and B virus infections by day relative to ARI onset* (day 0). Top row: viral shedding
for children (crosses) and adults (open circles), and the geometric mean viral shading (solid lines) of (A) 26 individuals with influenza A
and (B) 18 individuals with influenza B virus infections
Memoli MJ, Athota R, Reed S, et al. The natural history of influenza infection in the severely immunocompromised
vs nonimmunocompromised hosts. Clin Infect Dis 2014; 58:214.
Durata della trasmissione del virus influenzale
Periodi di trasmissione più lunghi possono verificarsi per i soggetti immunocompromessi e nei bambini, specialmente in quelli con infezione primaria, a causa della relativa mancanza di immunità. L'entità della trasmissione varia da paziente a paziente e sembra correlare con i sintomi e la gravità della malattia, in particolare per l'influenza A. Tuttavia, anche i bambini con sintomi lievi rimangono un importante serbatoio di malattia a causa della loro prolungata trasmissione virale
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Figure 1. Length of viral shedding. Patients were sampled daily until they had a negative clinical diagnostic test. Significantly longer shedding was detected in the immunocompromised group. Each dot represents an individual patient’s length of shedding. Solid lines represent the mean (immunocompromised 19.04 days vs nonimmunocompromised 6.38 days; P value .0466), Dotted lines represent the median (immunocompromised 8.0 days
vs nonimmunocompromised 5.0 days; P value .0130)
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Il periodo di incubazione tipico per l'influenza è da uno a quattro giorni (in media due giorni). In uno studio sulla trasmissione dell'influenza, il tasso di attacco secondario era del 25% tra individui sani che convivevano con soggetti infettati dall'influenza per un periodo di 30 ore in due giorni
Figure 1. Timelines of symptoms in donor D01 and recipient R08. The arrow indicates the 12 hours it took for illness to appear in R08. The dashed areas represent the exposure event periods. R08’s symptom on day 0 was earache and he also reported diarrhea; the volunteer was isolated outside of the quarantine unit until
these symptoms had resolved
Periodo di incubazione
Killingley B, Enstone JE, Greatorex J, et al. Use of a human influenza challenge model to assess person-to-person transmission:
proof-of-concept study. J Infect Dis 2012; 205:35.
Nicholson KG. Clinical features of influenza. Semin Respir Infect 1992; 7:26.
L'influenza inizia tipicamente con l'insorgenza di febbre improvvisa, mal di testa, mialgia
e malessere. Questi sintomi sono accompagnati da manifestazioni di malattie del tratto respiratorio, come tosse non produttiva, mal di gola e secrezione nasale. Tuttavia, le infezioni influenzali hanno anche un ampio spettro di altre manifestazioni cliniche che possono variare da malattie respiratorie afebbrili a condizioni in cui predominano segni e sintomi sistemici con uno scarso coinvolgimento clinico del tratto respiratorio
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Manifestazioni cliniche negli adulti (1/2)
Variabilità delle manifestazioni cliniche negli adulti
Figure 1. (a) Body temperature (BT) in higher-age and lower-age patients. (b) Sera, CRP levels in higher and lower-age patients. Significant differences are shown on the top
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Matsuno O, Kataoka H, Takenaka R, et al. Influence of age on symptoms and laboratory findings at presentation in patients with influenza-associated pneumonia. Arch Gerontol Geriatr 2009; 49:322.
I pazienti più anziani hanno maggiori probabilità di avere segni e sintomi di scarsa intensità.
In questi pazienti i reperti tipici come mal di gola, mialgie e febbre possono venire meno ed invece
si hanno più frequentemente sintomi generali come anoressia, malessere, debolezza e vertigini.
La febbre varia solitamente da 37,8 a 40,0°C, ma può arrivare fino a 41,1°C, raggiungendo valori più alti nei bambini rispetto agli adulti. Le malattie gastrointestinali, come il vomito e la diarrea, di solito non si manifestano nell’influenza degli adulti, ma possono verificarsi nel 10-20% delle infezioni influenzali dei bambini
In genere i segni fisici sono scarsi con un’influenza non complicata. Il paziente può apparire caldo
e arrossato, inoltre anomalie orofaringee diverse dall'iperemia sono rare, anche se si possono manifestare forti mal di gola. Una lieve linfoadenopatia cervicale può essere presente
ed è più frequente nei pazienti più giovani. L'esame fisico del torace è generalmente negativo nell'influenza non complicata, sebbene in tali pazienti siano stati descritti lievi alterazioni ventilatorie e un aumentato gradiente di diffusione alveolare-capillare
Segni dell'influenza negli adulti
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Influenza vs raffreddore
United States Centers for Disease Control and Prevention. Flu Symptoms & Complications. Available at: https://www.cdc.gov/flu/consumer/symptoms.htm
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L'influenza si manifesta in maniera differente rispetto al comune raffreddore.
La principale caratteristica dell’influenza rispetto al raffreddore è la rapidità di comparsa
dei sintomi. Inoltre l’influenza determina un coinvolgimento sistemico rispetto al raffreddore
I risultati di laboratorio non sono generalmente utili per fare la diagnosi di influenza.
La conta dei leucociti è normale o bassa all'inizio della malattia, ma può essere aumentata
nelle fasi avanzate della malattia. Una conta dei globuli bianchi >15.000 cellule / microL
suggerisce la superinfezione batterica
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Esami di laboratorio ed influenza negli adulti
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Memoli MJ, Athota R, Reed S, et al. The natural history of influenza infection in the severely immunocompromised vs nonimmunocompromised hosts. Clin Infect Dis 2014; 58:214.
Complicanze: polmonite
La principale complicanza dell'influenza è la polmonite, che si verifica più frequentemente in alcuni gruppi di pazienti con malattie croniche sottostanti definiti ad alto rischio. Le tipologie di polmonite sono classificate in: polmonite virale primaria, polmonite batterica secondaria e forme miste.
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Kim EA, Lee KS, Primack SL, et al. Viral pneumonias in adults: radiologic and pathologic findings. Radiographics 2002; 22 Spec No:S137.
Complicanze: polmonite influenzale primitiva (1/2)
La polmonite virale primitiva è la più grave, anche se la meno comune, delle complicanze pneumoniche dell'influenza. Il sospetto clinico di polmonite influenzale primitiva può sorgere quando in un paziente con influenza acuta i sintomi persistono e aumentano di intensità anziché risolversi. Si possono osservare febbre alta e dispnea fino all’insorgenza di cianosi
Ha un'apparente predilezione per le persone che hanno elevati valori pressori, sebbene sia stata descritta anche in pazienti con disturbi polmonari cronici e raramente in giovani adulti apparentemente in buona salute. Tale complicanza può portare ad un esito infausto
Le alterazioni radiografiche tipiche della polmonite influenzale primitiva includono opacità reticolari o reticolonodulari bilaterali con o senza consolidamento sovrapposto.
Meno frequentemente le radiografie mostrano aree focali di consolidamento, in particolare
nei lobi inferiori in assenza di opacità reticolari o reticolonodulari
La tomografia computerizzata ad alta risoluzione può mostrare consolidamento multifocale peribroncovascolare o subpleurico e/o opacità a vetro smerigliato
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Complicanze: polmonite influenzale primitiva (2/2)
Figure 1. Pneumonia due to influenza virus in a 21-years-old man with a cough. (a) Initial chest radiograph shows poorly defined nodules (arrows) and reticular areas of increased opacity in both lungs.
(b, c) Thin-section (1-mm collimation) CT scans obtained at the levels of the aortic arche (b) and suprahepatic inferior vena cava (c) show multifocal peribronchovascular or subpleural consolidation
and ground-glass attenuation in both lungs. Some lesions have a lobular distribution (arrows). Note the acing nodules (arrowheads). (Case courtesy of Jin Mo Goo, MD, PhD, Seoul National University Hospital, Korea.)
Complicanze: polmonite batterica secondaria
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La polmonite batterica secondaria è un'importante complicanza influenzale e contribuisce in modo sostanziale alla morbilità e alla mortalità,
in particolare tra gli individui ≥65 anni. Il segno distintivo della presentazione clinica nei pazienti
con polmonite batterica secondaria è l'esacerbazione della febbre e dei sintomi respiratori dopo un’iniziale miglioramento dei sintomi influenzali. La febbre può ridursi dopo uno o più giorni di influenza, ma, invece di continuare a migliorare, il paziente con polmonite batterica secondaria manifesta una nuova recidiva con febbre più alta, tosse, produzione di escreato purulento e evidenza radiografica di infiltrati polmonari. Il ruolo svolto dal virus dell'influenza nell’insorgenza di una polmonite batterica secondaria consiste nelle alterazioni dell'epitelio tracheobronchiale, portando alla perdita delle ciglia
e alla riduzione delle dimensioni delle cellule epiteliali
Chertow DS, Memoli MJ. Bacterial coinfection in influenza: a grand rounds review. JAMA 2013; 309:275.
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Complicanze: eziologia della polmonite batterica secondaria
Figure 1.
Number of patients with methicillin-resistant and methicillin-sensitive
S aureus (A), and patient outcomes (B), stratified by age category
Kallen AJ, Brunkard J, Moore Z, et al. Staphylococcus aureus community-acquired pneumonia
during the 2006 to 2007 influenza season. Ann Emerg Med 2009; 53:358.
I microrganismi che più frequentemente sono causa
di una polmonite secondaria ad influenza sono: Streptococcus pneumoniae (48% dei casi), S. aureus (19%) ed anche in alcuni casi Haemophilus influenzae
Lo S. aureus resistente alla meticillina acquisito in comunità (CA-MRSA) è stato identificato nei focolai
di polmonite grave con un alto tasso di mortalità
in pazienti giovani con influenza ma precedentemente sani. Dei 51 casi di polmonite da S. aureus acquisita
in comunità che si sono susseguiti ad influenza
negli Stati Uniti durante la stagione 2006-2007, il 79% degli isolati erano MRSA. L'età media era di 16 anni
e il 44% non aveva una avuto precedenti patologie.
Il 51% dei pazienti con polmonite da S. aureus
per i quali era noto il risultato morì nei quattro giorni successivi all'insorgenza dei sintomi
Complicanze: miosite
Altre complicanze importanti dell'influenza comprendono la miosite e la rabdomiolisi, che sono state segnalate più frequentemente nei bambini. Sebbene le mialgie siano una manifestazione presente nella maggior parte dei casi di influenza,
la vera miosite è rara. Il segno distintivo della miosite acuta è il forte indolenzimento dei muscoli interessati, più comunemente delle gambe. Nei casi più gravi si possono notare gonfiore e debolezza dei muscoli.
In questi casi si hanno concentrazioni di fosfochinasi sierica elevate e mioglobinuria con insufficienza renale associata
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Dell KM, Schulman SL. Rhabdomyolysis and acute renal failure in a child with influenza A infection. Pediatr Nephrol 1997; 11:363.
Ison MG, Campbell V, Rembold C, et al. Cardiac findings during uncomplicated acute influenza in ambulatory adults. Clin Infect Dis 2005; 40:415.
Alcuni cambiamenti nell'ECG sono frequentemente osservati in pazienti
che sviluppano influenza ma sono più spesso attribuiti ad una malattia cardiaca sottostante
che al coinvolgimento diretto del cuore da parte del virus influenzale. Modifiche transitorie all'ECG sono state osservate anche in pazienti
con infezione influenzale acuta che non presentano malattie cardiovascolari preesistenti
In uno studio su 30 giovani adulti precedentemente sani con infezione influenzale,
i risultati anormali all’ECG si presentavano
più frequentemente nei primi giorni di insorgenza dell’influenza, sebbene i valori degli enzimi cardiaci erano normali e non vi erano anomalie all’ecocardiogramma
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Complicanze: alterazioni ECG
Diversi studi hanno dimostrato un’associazione
tra infezione influenzale e l’infarto acuto
del miocardico (IMA): in un self-controlled case-series che ha valutato l'associazione tra infezione influenzale confermata in laboratorio e IMA, il periodo a rischio era costituito dai primi sette giorni dopo la raccolta del campione respiratorio e l'intervallo di controllo dalle 52 settimane precedenti e dalle 51 settimane successive al periodo a rischio
Kwong JC, Schwartz KL, Campitelli MA, et al. Acute Myocardial Infarction after Laboratory-Confirmed Influenza Infection. N Engl J Med 2018; 378:345.
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Complicanze: infarto acuto del miocardio (1/3)
Complicanze: infarto acuto del miocardio (2/3)
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Ci sono stati 364 ricoveri per IMA nel periodo compreso nell’anno precedente e successivo al risultato positivo
del test. Di questi, 20 ricoveri(20 a settimana) si sono verificati durante il periodo a rischio e 344 (3,3 a settimana) si sono verificati durante il periodo di controllo. Il rischio di ospedalizzazione per infarto miocardico acuto durante il periodo a rischio aveva un IR=6,05 (IC 95% 3,99-9,50). Il rischio di IMA nei sette giorni successivi all'infezione era: per l'influenza B IR=10,11 (IC 95% 4,37-23,38), per l'influenza A IR=5,17 (95% CI 3,02-8,84),
per virus respiratorio sinciziale IR=3,51 (IC 95% 1,11-11,12) e per altri virus IR=2,77 (IC 95% 1,23-6,24)
Figure 1. Schematic
of the Study Design
Patient A represents a person who is infected with influenza and is hospitalized for acute myocardial infarction at any time during the 7-day risk interval (light-shaded-areas) after exposure. Patient B represents a person infected with influenza who has an acute myocardial infarction during the control interval (dark-shaded-areas). The study assessed the relative incidence of acute myocardial infarction during the risk interval
as compared with the control interval. Note that the figure is not to scale
Complicanze: infarto acuto del miocardio (3/3)
Warren-Gash C, Bhaskaran K, Hayward A, et al. Circulating influenza virus, climatic factors,
and acute myocardial infarction: a time series study in England and Wales and Hong Kong. J Infect Dis 2011; 203:1710.
Un ampio studio di sorveglianza su popolazione condotto in Inghilterra,
nel Galles, e ad Hong Kong ha esaminato l'associazione tra l’ospedalizzazione
per influenza, le ospedalizzazioni associate
ad IMA e le morti, indipendentemente
dagli effetti del freddo
In tutte le regioni geografiche si sono verificati aumenti delle ospedalizzazioni
e dei decessi associati ad IMA corrispondenti a periodi di attività influenzale (un unico picco invernale in Gran Bretagna, un lungo picco invernale
e un breve picco estivo ad Hong Kong), suggerendo un legame tra influenza e IMA
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Levenson JE, Kaul DR, Saint S, et al. Clinical problem-solving. A shocking development. N Engl J Med 2013; 369:2253. Paddock CD, Liu L, Denison AM, et al. Myocardial injury and bacterial pneumonia contribute to the pathogenesis of fatal influenza B virus infection. J Infect Dis 2012; 205:895.
Figure 1. Histopathology of fatal influenza B virus infection. A, Trachea of a 10-year-old girl with focally denuded epithelium and extensive mononuclear inflammatory cell infiltrates and prominent vascular congestion in the lamina propria. B, Lymphocytic infiltrates involving a submucosal gland and a ciliated duct in the bronchus of a 17-year-old girl. C, Inflamed and congested bronchiole with transmural infiltrates and damaged epithelium in the lung of a 5-year-old girl. D, Red cells phagocytosed by sinusoidal macrophages in a parabronchial lymph node of a 10-year-old boy. E, Extensive necrosis and colonies of Staphylococcus aureus bacteria in the lung of a 51-year-old man. F, Interstitial pneumonia in a 2-year-old girl. Hematoxylin and eosin stains; original magnifications 325 (A, B, F ), 312.5 (C ), 3100 (D ), and 350 (E ).
Complicanze: altre complicanze cardiache
La miocardite e la pericardite sono state generalmente considerate complicanze rare dell'influenza. Tuttavia
in uno studio che valutava il riscontro autoptico su soggetti morti con infezione da influenza B, la miocardite è stata comunemente trovata. Il danno del miocardio è stato identificato in 20 su 29 pazienti (69%) con campioni cardiaci disponibili per l'esame istologico ed in 10 di questi è stata confermata una miocardite. Nessun antigene virale è stato rilevato attraverso immunoistochimica
nel miocardio, suggerendo che il danno al miocardio
non è un effetto diretto del virus influenzale
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Anche alcune patologie neurologiche possono essere associate all'influenza, tra cui: encefalopatia, encefalite, mielite trasversa, meningite asettica e sindrome di Guillain-Barré. Tuttavia, la patogenesi delle patologie neurologiche associate all'influenza rimane ancora poco studiata
Complicanze: malattie neurologiche
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Figure 1. Epidemiologic curve of influenza-associated encephalopathy cases, influenza-like illness cases,
and proportion of influenza A virus subtypes detected during each season in Japan, 2010-2015. Influenza-associated encephalopathy cases are shown by week of diagnosis in black; total cases of acute encephalitis or encephalopathy are shown
in gray. A line graph indicates the number of influenza-like illness cases reported per sentinel surveillance site for the same period in Japan
*Proportion of influenza A virus subtypes and influenza B viruses identified by laboratory confirmation through prefectural and municipal public health institutes
by season. The dara are available on the website
of the National Institute of Infectious Disease, Japan
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Manifestazioni cliniche nella popolazione pediatrica (1/5)
Le manifestazioni cliniche dell'infezione del virus influenzale variano con l'età del bambino
e sulla base di precedenti esperienze con il virus dell’influenza
I sintomi più comuni dell'infezione da virus influenzale comprendono l'insorgenza improvvisa
di febbre, mal di testa, mialgia e malessere, accompagnati da manifestazioni del tratto respiratorio, come tosse, mal di gola e rinite
I bambini più piccoli tendono ad avere più frequentemente al momento della presentazione:
febbre con temperatura più elevata, convulsioni febbrili, reperti respiratori meno importanti
e più frequentemente disturbi gastrointestinali (ad es. nausea, vomito, diarrea, scarso appetito)
MacDonald KL, Osterholm MT, Hedberg CW, et al. Toxic shock syndrome. A newly recognized complication of influenza and influenzalike illness. JAMA 1987; 257:1053.0
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Manifestazioni cliniche nella popolazione pediatrica (2/5)
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Lo spettro dei reperti clinici e la gravità dell'infezione possono variare a seconda del tipo
o sottotipo di influenza. Generalmente l'infezione da influenza B è più associata ai reperti
muscolo-scheletrici rispetto all'influenza A. L'influenza AH1N1p e l'influenza AH3N2 sono state associate a una malattia più grave rispetto ad altri sottotipi
Manifestazioni cliniche nella popolazione pediatrica (3/5)
Chaves SS, Aragon D, Bennett N, et al. Patients hospitalized with laboratory-confirmed influenza during the 2010-2011 influenza season: exploring disease severity by virus type and subtype. J Infect Dis 2013; 208:1305.
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L'influenza in bambini sani è generalmente una malattia acuta, auto-limitante
e priva di complicanze, tuttavia, può verificarsi una forma più grave che richiede il ricovero
in ospedale ed in alcuni casi può portare anche alla morte. Il rischio di infezione influenzale grave
è aumentato nei bambini con condizioni ad alto rischio. I pazienti con influenza non complicata
di solito migliorano gradualmente nell'arco di una settimana, ma i segni/sintomi, specialmente
la tosse, possono persistere, in particolare nei bambini piccoli. La debolezza e la facile affaticabilità possono durare per diverse settimane nei bambini più grandi e vengono a volte indicati
come "astenia post-influenzale". I bambini che guariscono da un episodio di influenza possono essere infettati con un diverso tipo o sottotipo di virus influenzale con il progredire della stagione
Möst J, Weiss G. Consecutive Infections With Influenza A and B Virus in Children During the 2014-2015 Seasonal Influenza Epidemic. J Infect Dis 2016; 214:1139.
Manifestazioni cliniche nella popolazione pediatrica (4/5)
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Manifestazioni cliniche nella popolazione pediatrica (5/5)
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Nei bambini senza condizioni di rischio la polmonite influenzale si verifica più frequentemente in età inferiore
ai due anni. Nella sorveglianza del periodo 2003-2010, oltre il 28% (1.862/6.769) dei bambini ospedalizzati con influenza ha avuto polmonite. La polmonite influenzale è solitamente lieve e di breve durata, tuttavia se coinfettata con S. aureus o S. pneumoniae aumenta il rischio di un decorso clinico grave
Le caratteristiche radiografiche della polmonite influenzale sono variabili. In una revisione della polmonite influenzale confermata radiograficamente nei bambini
di età inferiore ai 4 anni, gli infiltrati erano in metà dei casi di tipo interstiziale, in un quarto dei casi alveolare
e in un ulteriore quarto interstiziale ed alveolare
Complicanze nella popolazione pediatrica: polmonite
Dawood FS, Chaves SS, Pérez A, et al. Complications and associated bacterial coinfections among children hospitalized with seasonal or pandemic influenza, United States, 2003-2010. J Infect Dis 2014; 209:686. | Lahti E, Peltola V, Virkki R, Ruuskanen O. Influenza pneumonia. Pediatr Infect Dis J 2006; 25:160.
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Complicanze nella popolazione pediatrica: altre patologie respiratorie
Dawood FS, Chaves SS, Pérez A, et al. Complications and associated bacterial coinfections among children hospitalized with seasonal or pandemic influenza, United States, 2003-2010. J Infect Dis 2014; 209:686. | Rihkanen H, Rönkkö E, Nieminen T, et al. Respiratory viruses in laryngeal croup of young children. J Pediatr 2008; 152:661. | Nogan SJ, Cass ND, Wiet GJ, Ruda JM. Plastic bronchitis arising from solitary influenza B infection: A report of two cases in children. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 2015; 79:1140. | Zhang J, Kang X. Plastic bronchitis associated with influenza virus infection in children: a report on 14 cases. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 2015; 79:481.
Altre complicanze del tratto respiratorio dell'infezione influenzale comprendono:
• Esacerbazione delle condizioni polmonari croniche sottostanti, in particolare l'asma:
l'esacerbazione dell'asma si verifica nel 22% dei bambini di età >2 anni che sono stati ospedalizzati
per influenza
• Insufficienza respiratoria: l'insufficienza respiratoria si verifica nel 5% dei bambini ospedalizzati
per influenza
• Laringotracheite o tracheobronchite (CROUP): la laringotracheite o la tracheobronchite da virus
influenzale può essere particolarmente grave e complicata dalla superinfezione batterica
(tracheite batterica)
• Bronchite plastica: la bronchite plastica è una complicanza dell'influenza riportata raramente
nei bambini
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Complicanze nella popolazione pediatrica: coinfezione batterica
Klein EY, Monteforte B, Gupta A, et al. The frequency of influenza and bacterial coinfection: a systematic review and meta-analysis. Influenza Other Respir Viruses 2016; 10:394. | Sion ML, Hatzitolios AI, Toulis EN, et al. Toxic shock syndrome complicating influenza A infection: a two-case report with one case of bacteremia and endocarditis. Intensive Care Med 2001; 27:443.
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Figure 1. Percent of laboratory confirmed influenza infections that were connected
by each bacterial species
La coinfezione batterica nei bambini (determinante polmonite o batteriemia), può essere particolarmente grave e rapidamente fatale
La coinfezione batterica deve essere sospettata
nei bambini con influenza/malattia simil-influenzale grave
e nei bambini con brusca recrudescenza della febbre
tra una e due settimane dopo la malattia simil-influenzale. Nella sorveglianza basata sulla popolazione,
S. pneumoniae rappresentava il 35% delle coinfezioni
e S. aureus il 28%.
La sindrome da shock tossico, associata a influenza acuta
e infezione da S. aureus, è stata descritta sia con influenza A che B
Complicanze nella popolazione pediatrica: patologie neurologiche
Le complicanze neurologiche sono rare nei bambini.
Il rischio è aumentato nei bambini piccoli (< 4 anni)
con condizioni neurologiche preesistenti. Le complicanze neurologiche dell'influenza comprendono: convulsioni febbrili, meningite asettica, atassia cerebellare acuta, mielite trasversa, sindrome di Guillain-Barré, encefalite acuta necrotizzante e postinfettiva (encefalomielite acuta disseminata), encefalopatia e alterazioni dello stato mentale acuto
In una coorte retrospettiva di 842 bambini con influenza confermata in laboratorio, l'incidenza delle complicanze neurologiche era 4 per 100.000 anni/persona;
le convulsioni rappresentavano il 77% delle complicanze neurologiche, l'encefalopatia l'11% e l'encefalopatia postinfettiva il 3%
Newland JG, Laurich VM, Rosenquist AW, et al. Neurologic complications in children hospitalized with influenza: characteristics, incidence, and risk factors. J Pediatr 2007; 150:306.
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Mosby LG, Rasmussen SA, Jamieson DJ. 2009 pandemic influenza A (H1N1) in pregnancy: a systematic review of the literature. Am J Obstet Gynecol 2011; 205:10.
Le donne che contraggono l'influenza durante la gravidanza hanno maggiori probabilità rispetto
alla popolazione generale di essere ricoverate in ospedale o in un reparto di terapia intensiva.
La malattia grave (definita come ricovero in terapia intensiva o la morte) è riscontrata
più frequentemente tra le donne in cui il trattamento con farmaci antivirali inizia con ritardo
Si ritiene che l'aumento della gravità dell'influenza nelle donne in gravidanza sia correlato
ai normali cambiamenti fisiologici che si verificano durante tale periodo: aumento della frequenza cardiaca e del consumo di ossigeno, diminuzione della capacità polmonare totale e cambiamento dall'immunità cellulo-mediata
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Influenza in gravidanza (1/2)
Influenza in gravidanza (2/2)
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Jamieson DJ, Honein MA, Rasmussen SA, et al. H1N1 2009 influenza virus infection during pregnancy in the USA. Lancet 2009; 374:451.
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Manifestazioni cliniche e complicanze dell’influenza
per le donne in gravidanza
Le manifestazioni cliniche dell'influenza nelle donne
in gravidanza sono simili a quelle della popolazione generale e comprendono febbre, tosse, rinorrea,
mal di gola, mal di testa, dispnea e mialgia.
Le donne in gravidanza con influenza hanno un decorso clinico più severo rispetto alla popolazione generale. L’eccesso di rischio per la donna in gravidanza può essere limitato alle donne infette nel terzo trimestre
e nelle prime quattro settimane dopo il parto
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Complicanze dell'influenza per il feto
La trasmissione transplacentare del virus dell'influenza è rara, anche se è stata documentata
in un caso di influenza aviaria fatale (H5N1) verificatosi in una donna gravida. In una metanalisi
di studi osservazionali condotta nel 2014, l'influenza nel primo trimestre di gravidanza era associata ad un aumentato rischio di: cheiloschisi (OR 3.2), difetti del tubo neurale (OR 3.3), idrocefalia (OR 5.7) e difetti cardiaci congeniti (OR 1.6). Tra le complicanze dell’insorgenza dell’influenza durante
la gravidanza vengono riportate anche un aumentato rischio di aborto spontaneo, parto prematuro, neonato con basso peso alla nascita (LBW), neonato piccolo per l'età gestazionale (SGA)
e morte fetale
Gu J, Xie Z, Gao Z, et al. H5N1 infection of the respiratory tract and beyond: a molecular pathology study. Lancet 2007; 370:1137.
Luteijn JM, Brown MJ, Dolk H. Influenza and congenital anomalies: a systematic review and meta-analysis. Hum Reprod 2014; 29:809.
Håberg SE, Trogstad L, Gunnes N, et al. Risk of fetal death after pandemic influenza virus infection or vaccination. N Engl J Med 2013; 368:333.
Gu J, Xie Z, Gao Z, et al. H5N1 infection of the respiratory tract and beyond: a molecular pathology study. Lancet 2007; 370:1137. | Luteijn JM, Brown MJ, Dolk H. Influenza and congenital anomalies:
a systematic review and meta-analysis. Hum Reprod 2014; 29:809. | Håberg SE, Trogstad L, Gunnes N, et al. Risk of fetal death after pandemic influenza virus infection or vaccination. N Engl J Med 2013; 368:333.
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Manifestazioni cliniche negli adulti (2/2)